Certamente molti di noi nei giorni scorsi hanno sentito Andrea Bocelli cantare davanti al Duomo di Milano, in un’impressionante piazza deserta, ‘Amazing Grace’, questo canto così popolare, specialmente nel mondo anglo-sassone.
Forse non tutti conoscono l’autore di queste parole (messe in musica da William Walker, 1835) così belle e commoventi. È la storia di una conversione.
John Newton, l’autore, nato in Inghilterra nel 1725, figlio di un capitano di una nave mercantile, dopo il trauma della morte prematura della madre, vive una giovinezza travagliata dominata da un senso di rivolta contro Dio. Dopo non poche traversie si imbarca su una nave negriera, che dall’Africa occidentale trasportava il suo carico di schiavi (fino a 600 per viaggio, di cui in media circa il 20% moriva e veniva gettato in mare) verso l’America.
I mercanti li acquistavano dai cacciatori indigeni di schiavi pagandoli con armi, alcool, metalli, stoffe e li scambiavano con prodotti coloniali. La tratta era in pieno sviluppo ed era fonte di enormi guadagni e di enormi sofferenze.
Lui stesso non molto tempo dopo diventa comandante di una nave negriera e per anni conduce questa attività. Era un comandante spregevole, una bestia a memoria dei membri dell’equipaggio. Durante uno dei viaggi di ritorno la sua nave incappa in una terribile tempesta. Di fronte all’incombere della morte quasi senza rendersene conto grida “Dio abbi pietà di noi!” ma annota nel diario di bordo “Quale pietà si può avere per uno come me?”. Il giorno dopo, il 10 maggio 1748, la nave approda in un porto irlandese. Newton lo ricorda come il giorno della sua conversione. Per qualche tempo continua ancora a navigare, poi stabilitosi definitivamente in Inghilterra aderisce al movimento di rinnovamento religioso metodista, avviato da John Wesley in seno alla Chiesa anglicana. Sente la chiamata al ministero e viene designato pastore della piccola comunità di Onley, che diventa sempre di più frequentata. Dispiega iniziative caritative, compone inni sacri. Nel 1780 si trasferisce a Londra.
Negli anni successivi diventa punto di riferimento per il giovane deputato alla Camera dei Comuni William Wilbeforce, che inizia una lunga travagliata battaglia in Parlamento per l’abolizione della tratta degli schiavi. Il Parlamento abolirà la tratta nel marzo del 1807, poco mesi prima della morte di Newton e solo nel 1833 verrà proibita la schiavitù in tutte le colonie britanniche, due giorni prima della morte di Wilbeforce.
John Newton muore il 21 dicembre 1807, avendo lasciato oltre numerosi inni e cantici anche memorie sulla terribile realtà della tratta degli schiavi.
Sulla sua tomba è scritto: “John Newton, …un giorno infedele e libertino, mercante di schiavi in Africa, fu, dalla ricca misericordia del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo, protetto, ristabilito, perdonato e designato a predicare la fede che per lungo tempo aveva cercato di distruggere.”
Amazing grace, how sweet the sound That saved a wretch like me I once was lost but now I’m found Was blind but now I see T’was grace that taught my heart to fear And grace, my fears relieved How precious did that grace appear The hour I first believed Yea, when this flesh and heart shall fail And mortal life shall cease I shall possess within the veil A life of joy and peace Amazing grace, how sweet the sound That saved a wretch like me I once was lost but now I’m found Was blind but now I see Was blind but now I see Amazing grace, how sweet the sound That saved a wretch like me I once was lost but now I’m found Was blind but now I see T’was grace that taught my heart to fear And grace, my fears relieved How precious did that grace appear The hour I first believed Yea, when this flesh and heart shall fail And mortal life shall cease I shall possess within the veil A life of joy and peace Amazing grace, how sweet the sound That saved a wretch like me I once was lost but now I’m found Was blind but now I see Was blind but now I see | Meravigliosa Grazia! Suono meraviglioso, che ha salvato un miserabile come me! Un tempo ero perso, ma ora mi sono ritrovato. Ero cieco ma ora vedo. È stata la Grazia ad insegnare al mio cuore il timore (di Dio) ed è la Grazia che mi solleva dalla paura; Quanto preziosa mi è apparsa, Nell’ora in cui ho iniziato a credere! Già, quando questa carne e questo cuore verranno meno, E la vita mortale avrà fine, io entrerò in possesso, oltre il velo, di una vita di gioia e pace. Meravigliosa Grazia! Suono meraviglioso, che ha salvato un miserabile come me! Un tempo ero perso, ma ora mi sono ritrovato. Ero cieco ma ora vedo. Ero cieco ma ora vedo. |