Mirabilmente protetti da forze buone. Questo è il titolo di una poesia che è un canto di speranza, di fiducioso abbandono, scritto da Dietrich Bonhoeffer in un momento particolarmente buio e angoscioso della sua vita. 

    Messo in musica parecchi anni dopo da Siegfried Fietz, è diventato un canto liturgico luterano popolare e molto amato. 

    Bonhoeffer lo compose il 19 dicembre del 1944, quando si trovava prigioniero nei sotterranei della sede centrale della Gestapo a Berlino nella Prinz-Albert-Strasse, con l’accusa di aver partecipato alla congiura contro Hitler del 20 luglio 1944. Incarcerato nel luogo del terrore, dove il silenzio della notte era spesso rotto dai lamenti dei torturati. 

    È un augurio natalizio dedicato alla giovane fidanzata Maria von Wedemeyer e ai suoi genitori.

    Da dove nasce questa speranza? Chi era Bonhoeffer, questo teologo e pastore, che poco più che trentenne era già noto anche all’estero?

    È una speranza che fiorisce da un cammino di impegno umano segnato dal desiderio di portare il cristianesimo dentro la vita quotidiana, da un impegno radicale con l’uomo del proprio tempo, con le sue domande, le sue attese, i suoi drammi, dalla ricerca di una fede vissuta comunitariamente. 

    L’avvento al potere di Hitler nel gennaio 1933 fa percepire a Bonhoeffer la tragedia incombente, lo spinge a prendere posizione pubblicamente. Il “Führer” – la “guida” – è in realtà un “Verführer” (“seduttore”) ammonisce.

    Denuncia l’incompatibilità del cristianesimo con l’antisemitismo e nel 1934 è tra i promotori della “Chiesa confessante”, che si oppone alla nazificazione e all’arianizzazione della Chiesa luterana voluta dal regime. 

    Si dedica alla formazione dei futuri pastori in seminari non ufficiali, fatti chiudere dalla Gestapo, senza tuttavia riuscire a fermarne l’attività.

    Invitato negli Stati Uniti nel 1939, rifiuta un incarico di insegnamento e decide poco prima dello scoppio della guerra di rientrare in Germania per condividere il destino del suo popolo e lavorare per la rinascita.

    All’inizio della guerra, convinto dal cognato Hans von Donanyi, si unisce al gruppo di resistenza nato attorno a Wilhelm Canaris, capo del controspionaggio militare (Abwehr) e ad altri ufficiali. Una scelta non facile per lui uomo di pace e della non violenza.  Compie missioni all’estero per informare sulla resistenza interna in Germania. 

    Il 5 aprile 1943 viene arrestato e incarcerato con l’accusa di disfattismo (Wehrkraftzersetzung). Dopo il fallito attentato ad Hitler del 20 luglio 1944, viene trasferito nel carcere della Gestapo, con l’accusa di corresponsabilità nella congiura. Il suo destino è segnato. 

    Il 5 aprile 1945 all’alba viene impiccato nel campo di concentramento di Flossenbürg assieme ad altri cospiratori.

    Aveva scritto in una lettera ad un giovane amico teologo nel luglio del 1944, “Perché dovremmo diventare spavaldi per i successi, o demoralizzarci per gli insuccessi, quando nell’aldiquà della vita partecipiamo alla sofferenza di Dio? Tu capisci che cosa intendo dire, anche se lo dico così in poche parole. Sono riconoscente di aver avuto la possibilità di capire questo, e so che l’ho potuto capire solo percorrendo la strada che a suo tempo ho imboccato. Per questo penso con riconoscenza e in pace alle cose passate e a quelle presenti. […] Dio ci guidi con benevolenza attraverso questi tempi; ma soprattutto ci guidi a Lui […]. Sta’ bene, cura la salute e non lasciar cadere la speranza che presto ci rivedremo tutti. Con fedeltà e gratitudine ti pensa sempre il tuo Dietrich”

    Di lui oltre agli importanti scritti teologici ci resta l’impressionante documento delle sue lettere ed appunti dal carcere, usciti clandestinamente e pubblicati dopo la guerra con il titolo di “Resistenza e resa”

    Von guten Mächten wunderbar geborgenVon guten Mächten treu und still umgeben,behütet und getröstet wunderbar,so will ich diese Tage mit euch lebenund mit euch gehen in ein neues Jahr.  Noch will das alte unsre Herzen quälen,noch drückt uns böser Tage schwere Last.Ach Herr, gib unsern aufgeschreckten Seelendas Heil, für das du uns geschaffen hast. Und reichst du uns den schweren Kelch, den bitterndes Leids, gefüllt bis an den höchsten Rand,so nehmen wir ihn dankbar ohne Zitternaus deiner guten und geliebten Hand. Doch willst du uns noch einmal Freude schenkenan dieser Welt und ihrer Sonne Glanz,dann wollen wir des Vergangenen gedenken,und dann gehört dir unser Leben ganz.  Laß warm und hell die Kerzen heute flammen,die du in unsre Dunkelheit gebracht,führ, wenn es sein kann, wieder uns zusammen.Wir wissen es, dein Licht scheint in der Nacht. Wenn sich die Stille nun tief um uns breitetso Laß  uns hören jenen vollen Klangder Welt, die unsichtbar um uns weitet,all deiner Kinder hohen Lobgesang Von guten Mächten wunderbar geborgen,erwarten wir getrost, was kommen mag.Gott ist bei uns am Abend und am Morgenund ganz gewiß an jedem neuen Tag.Mirabilmente protetti da forze buone
    Avvolto da buone forze, sicure e serene,
    mirabilmente protetto e confortato,
    così voglio vivere con voi questi giorni  
    e con voi iniziare un nuovo anno
     
    Le vecchie cose tormentano ancora i nostri cuori, 
    ancora ci opprime il carico pesante di giorni cattivi.
    Oh Signore, dai alle nostre anime angosciate la salvezza,
    per la quale ci hai creati.
     
    Se porgi a noi il calice pesante e amaro della sofferenza,
    pieno sino all’orlo, lo prendiamo con gratitudine
    e senza tremare
    dalla tua mano buona e amata.
     
    Se poi ci darai di nuovo gioia su questa terra,
    e lo splendore del sole, 
    allora ripenseremo al passato 
    e tutta la nostra vita sarà tua.
     
    Fa che quest’oggi brillino, calde e luminose,
    le candele che tu hai acceso nella nostra oscurità.
    Guidaci, se possibile, ancora tutt’insieme.
    Sappiamo che la tua luce risplende nella notte. 
     
    Quando il silenzio cala profondo intorno a noi,
    fa che sentiamo quel suono pieno del mondo 
    che invisibile si spande intorno a noi,
    il canto di lode di tutti i tuoi figli.
     
    Mirabilmente protetti da forze buone
    aspettiamo fiduciosi quello che verrà.
    Dio è al nostro fianco, la sera e la mattina 
    e certamente in ogni nuovo giorno.
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