New York, 14 marzo 1960, Waldorf – Astoria- Hotel, il primo incontro personale tra il Cancelliere tedesco Konrad Adenauer e il Primo ministro israeliano David Ben Gurion. 

    Proviamo ad immaginare la portata dell’incontro, dopo i crimini nazisti culminati nella tragedia dei sei milioni di morti della Shoah. 

    L’espressione dei volti, la vicinanza fisica dei due anziani leader, gli sguardi non sono quelli di una semplice fotografia di protocollo, magari abbellita con qualche sorriso forzato. L’immagine ci parla di un vero incontro in cui traspare fiducia e cordialità. Non nate all’improvviso, ma frutto di un cammino irto di difficoltà, percorso con molto coraggio e un solido realismo.  

    Facciamo un passo indietro. Nel 1949 nella Germania occupata dagli alleati occidentali, Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia, nasceva, sotto la loro tutela, la Repubblica Federale Tedesca. Konrad Adenauer ne era il primo Cancelliere. 

    Era stato sindaco di Colonia dal 1917 al 1933. L’avvento di Hitler al potere lo aveva privato della carica a causa dei suoi sentimenti antinazisti. Trascorsi alcuni mesi in prigione dopo il fallito attentato ad Hitler del 1944, pur non avendo aderito alla congiura, ritornava in scena con la liberazione come uomo di fiducia degli americani.  

    Di fronte a lui David Ben Gurion uno dei padri fondatori dello Stato di Israele, nato nel maggio del 1948 e subito messo alla prova da un conflitto con i Paesi arabi. Un giovane Stato, accerchiato da Paesi ostili, alla ricerca di sostegni internazionali e di aiuti economici. 

    Da queste necessità era nata l’idea di chiedere risarcimenti alla Germania, aprendo una strada al riavvicinamento e forse alla riconciliazione.

    Adenauer, che fin dai tempi in cui era sindaco di Colonia aveva coltivato stretti rapporti con il movimento sionista e le organizzazioni ebraiche in Germania, era convinto del dovere morale del suo Paese di risarcire, per quanto possibile, gli ebrei sul piano materiale e morale. Riconosceva che lo Stato di Israele aveva diritto a questo risarcimento. Questa era anche, a suo avviso, una via che la Germania doveva percorrere per essere riaccolta nella comunità dei popoli. 

    Agli inizi degli anni ’50 avvengono dunque i primi incontri tra il governo tedesco e rappresentanti di quello israeliano e della “Jewish Claims Conference”. 

    Il cammino fu subito irto di ostacoli. 

    In Israele era forte l’opposizione, nell’opinione pubblica e in una parte del mondo politico, ad un possibile accordo con la Germania. Era ancora troppo vivo il dolore per le vite distrutte e le immani sofferenze subite, troppo forte la sfiducia per poter accettare come risarcimento il “denaro insanguinato” dei tedeschi. 

    Ma anche in Germania una grossa parte dell’opinione pubblica e addirittura la maggioranza della CDU (il partito cristiano-democratico di Adenauer)/CSU era contraria ai risarcimenti, non fosse altro che per la precaria situazione economica e gli immani sforzi della ricostruzione. 

    Nel 1952 si giunse comunque alla firma di un Accordo, che prevedeva grossi risarcimenti, accompagnati da metà anni ’50 anche da forniture militari.

    Adenauer, che riteneva l’accordo di grande importanza morale e politica per il futuro della Germania, riuscì a farlo approvare dal Bundestag solo grazie all’appoggio degli avversari socialisti della SPD. L’interesse del Paese veniva prima degli interessi di partito.

    Ben Gurion, che rifiutava l’idea di colpa collettiva dei tedeschi e voleva garantire la sopravvivenza e la sicurezza di Israele, riuscì, dopo dure e anche violente contestazioni, a far approvare dalla Knesset, con una risicata maggioranza, l’Accordo. 

    L’incontro di New York coronava il successo di questa politica di riavvicinamento e di riconciliazione fatta di realismo, pragmatismo, calcolo di interessi, lungimiranza e forza morale, che sapeva rischiare anche l’impopolarità.

    Dall’incontro di New York nasceva tra i due leader un rapporto di amicizia, di cui essi ebbero a parlare in più occasioni.

    Si rividero una sola volta nel 1966 in occasione di un viaggio dell’ormai ex Cancelliere Adenauer in Israele. Adenauer incontrò l’ex Primo ministro Ben Gurion nella sua residenza, il kibbutz Sde Boker. 

    Lasciandosi Adenauer augurò al popolo israeliano “di avere sempre una guida come lo era stato Ben Gurion” e Ben Gurion regalò ad Adenauer un libro con la dedica “Allo statista esemplare, uomo di alta moralità, amico fedele”. Ciò che sembrava impossibile si era realizzato.

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